





di Carlo Rastrelli e Aldo Lissandrini
Uniformi e Armi n.114 dell’Ottobre 2000
LA MILIZIA VOLONTARIA SICUREZZA NAZIONALE
Uno dei primi problemi che il fascismo si trova di fronte, una volta giunto al potere nell’ottobre del 1922, è quello di inquadrare organicamente, “conservandone intatto lo spirito e l’ardimento”, le squadre d’azione come milizia di stato e non più di partito.
Mussolini incarica subito un gruppo di fedelissimi, composto dagli onorevoli Finzi, De Vecchi, De Bono, Balbo e Teruzzi, di predisporre uno specifico progetto di legge.
Dopo che il 28 dicembre 1922 viene approvato dal Consiglio dei Ministri ed il 12 gennaio 1923 dal Gran Consiglio del Fascismo, il 14 gennaio 1923 viene emanato il Regio Decreto n.31 istitutivo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.).
Il Regio Decreto n.31/1923 entra in vigore diciotto giorni dopo per cui la Milizia nasce ufficialmente il 1 febbraio 1923 quale “Guardia Armata della Rivoluzione”.
L’artcolo 1 recita testualmente: ” La M.V.S.N. è al servizio di Dio e della Patria e agli ordini del Capo del Governo.
Provvede, in concorso con i corpi armati per la Pubblica Sicurezza e con il Regio Esercito a mantenere all’interno l’ordine pubblico; prepara e conserva inquadrati i cittadini per la difesa degli interessi dell’Italia nel mondo”.
Nel 1924, con il Regio Decreto n°1292 del 4 agosto, la M.V.S.N. viene inquadrata nelle Forze Armate dello Stato.
Come quarta forza armata dello stato la Milizia darà prova della sua dedizione e del suo valore sia in pace che in guerra; lo testimoniano gli oltre 14.000 caduti, i 19 ordini militari, le 74 medaglie d’oro, le 1232 d’argento e le 2421 di bronzo meritate in Libia, in Africa Orientale, in Spagna e su tutti i fronti del secondo conflitto mondiale.
La Milizia è anche una delle istituzioni fasciste che formalmente vive più a lungo; sino al 6 dicembre 1943, quattro mesi dopo la caduta di Mussolini e del regime, allorquando il governo Badoglio, con il R.D. n.16 B, la dichiara decaduta.
I FREGI DA GENERALE DAL 1923 AL 1943
La Milizia nasce su base volontaria (dai 17 ai 50 anni) e territoriale e viene strutturata, con un evidente richiamo alla Roma dei Cesari, con il seguente inquadramento ternario: tre squadre formano un manipolo, tre manipoli una centuria, tre centurie una coorte e tre coorti una legione.
Le legioni sono a loro volta raggruppate in gruppi legioni ed i gruppi in zone CC.NN..
Anche la scala gerarchica dei gradi degli ufficiali, che nel 1923 prevede capi manipolo (tenenti), centurioni (capitani), seniori (maggiori), consoli (colonnelli), consoli generali (generali di brigata), ispettori generali (generali di divisione), comandanti generali (generali d’armata) e caporali “onorari”, richiama le antiche tradizioni militari di Roma.
Di tradizione romana sono anche i fregi adottati quali il fascio littorio, per tutti i militi e gli ufficiali, e l’aquila romana con tra gli artigli il fascio, per gli ufficiali generali.
L’aquila romana, sormontata dalla stella d’Italia e recante tra gli artigli il fascio littorio, viene introdotta come distintivo di grado per i soli quattro Ispettori Generali che compongono il comando generale sin dal gennaio 1922 allorquando, nel celebre incontro di villa “Carola” ad Oneglia, il generale Gandolfo, i tenenti Balbo e Igliori ed il marchese Perrone Compagni, su incarico di Mussolini, provvedono ad organizzare militarmente le squadre d’azione.
Con il primo “Regolamento sull’Uniforme degli ufficiali e della truppa della M.V.S.N.”, allegato B) al Regolamento di Disciplina approvato con R.D. n.831 dell’8 marzo 1923, si dispone che il fregio degli ufficiali generali è un’aquila romana con fascio littorio tra gli artigli ricamati in oro su panno nero o grigioverde a seconda del colore e del tipo di copricapo (fez o cappello alpino).
Il fascio adottato porta la scure sopra le verghe; solo nel 1927, con la circolare n.10 del 1 febbraio, viene adottato il nuovo fascio con la scure laterale sebbene i vecchi fregi vengono tollerati sino a consumazione.
Nel 1930, con la circolare n.30 del 1 giugno, si stabilisce che gli ufficiali generali in s.p.e. portano il fregio su panno color robbio; le circolari ed i regolamenti successivi parlano, al riguardo, indifferentemente di panno color robbio o rosso.
Le modifiche apportate dalle circolari del 1927 e del 1930 sono recepite dal “Regolamento sull’Uniforme ed Istruzione sulla Divisa della M.V.S.N.” approvato con R.D. del 3 luglio 1931.
Al punto 16 dell’Istruzione sulla divisa si dispone infatti che il Primo caporale d’onore, i caporali d’onore e gli ufficiali generali (comandanti generali, luogotenenti generali e consoli generali) portano come fregio da copricapo l’aquila romana, con fascio littorio fra gli artigli, ricamata in oro; la scure è ricamata in argento ed ha il taglio rivolto verso il basso.
Il fregio è montato su fondo rosso di panno rasato sporgente mm.2 per gli ufficiali in s.p.e. e nei quadri.
Gli ufficiali generali della riserva portano il fregio senza alcun fondo e dunque dello stesso colore del copricapo.
Gli ufficiali generali delle Milizie Portuale e Stradale portano lo stesso fregio dei generali della Milizia ordinaria ma con l’aggiunta di una corona reale sovrastante l’aquila.
Pochi anni dopo, il 1 giugno 1935, il Comando Generale della Milizia emana il nuovo “Regolamento sull’Uniforme” per i soli ufficiali.
Viene confermato per il Primo caporale d’onore, per i caporali d’onore e per gli ufficiali generali in s.p.e. il fregio dell’aquila romana, sebbene con le ali più raccolte rispetto al 1931, ricamata in oro, salvo la scure ricamata in argento, su panno color robbio sporgente mm.1.
I generali della riserva portano il fregio sempre senza fondo.
Nel 1938, con la circolare n.84 del 16 Maggio, istitutiva del berretto rigido bianco per l’uniforme estiva in sostituzione del fez, e con le successive del 18 settembre 1938, istitutiva del berretto g.v. per tutti gli ufficiali della M.V.S.N., e del 21 gennaio 1940, n.101, vengono adottati i nuovi ed ultimi fregi della M.V.S.N.: aquila romana ricamata in oro su panno rosso sporgente mm.2 sormontata da quattro fascetti in metallo dorato, applicati a guisa di corona, per il Primo caporale d’onore; aquila come sopra ma senza i fascetti per i caporali d’onore e per gli ufficiali generali della Milizia Ordinaria e specialità e per i consoli f.g.s..
La novità più evidente è nella scure, sempre posizionata verso il basso e ricamata in argento ma a doppio taglio.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania.
Il Comando Generale della Milizia l’11 giugno emana la circolare n.103 con la quale viene istituita l’uniforme da guerra per gli ufficiali, i sottufficiali e le CC NN.
La circolare precisa che i fregi per copricapo sono della stessa forma prevista per il tempo di pace, ma confezionati in panno nero; nella realtà i fregi vengono ricamati in raion nero.
Sul berretto da campo o bustina, prescritta per l’uniforme da guerra, il Primo caporale d’onore, ed i caporali d’onore portano il fregio, di dimensioni ridotte, confezionato su panno rosso; gli ufficiali generali portano il medesimo fregio in raion nero ma su panno grigioverde.
Nel 1941, in piena guerra mondiale e nell’attesa di un più ampio e completo regolamento, viene emanata dal Comando Generale “L’Istruzione sull’Uniforme della M.V.S.N.”.
L’Istruzione del 1941 contiene poche novità essendo sostanzialmente un compendio degli ordinamenti e delle circolari precedenti.
Al capo 1, relativo all’uniforme degli ufficiali, e nella tavola n.14 viene difatti confermato il fregio dell’aquila su fascio littorio con scure a doppio taglio, ricamata in oro e sormontata o meno dai quattro fascetti secondo il grado.
Gli ufficiali generali della Milizia dell’Africa Orientale Italiana e della Libia portano l’aquila, tutta ricamata in argento, sormontata dalla corona reale.
Nulla viene detto relativamente al fondo; tuttavia al punto 31, laddove si parla degli ufficiali della riserva, l’Istruzione precisa che gli ufficiali generali della riserva portano il fregio senza filettatura color robbio e dunque su panno nero o grigioverde secondo il copricapo indossato.
Per l’uniforme da guerra sono prescritti l’elmetto metallico g.v. o il berretto da campo; sull’elmetto g.v. il fregio è verniciato in nero e sul berretto da campo il fregio, di dimensioni ridotte, è ricamato in raion giallo su panno rosso per il Primo caporale d’onore e per i caporali d’onore e su fondo grigioverde per gli ufficiali generali.
RINGRAZIAMENTO
Gli autori ringraziano i sigg. Paolo Virgili e Claudio Gays per la preziosa e qualificata collaborazione.