di Carlo Rastrelli
Milites di Luglio – Agosto 2005

PARTE SECONDA: DALL’IMPERO ALLA GUERRA

Il 26 giugno 1937, con la circolare n.992, venne adottata, per i soli ufficiali, la bustina di seta nera da indossare con l’uniforme estiva in alternativa al fez.
Tale bustina era del tutto analoga alla mod.1935 g.v. con la sola particolarità che portava sul lato destro un cordone analogo a quello prescritto per i fez.

Tale bustina nera avrà vita breve in quanto sostituita l’anno successivo, con la circolare n. 2500 del 16/5/1938, dal berretto rigido bianco prescritto per l’uniforme estiva in sostituzione anche del fez.
Le caratteristiche del nuovo copricapo erano:

  • Cupola in rigatino bianco
  • Fascia di castorino nero
  • Visiera in cuoio nero lucido
  • Sottogola che per il Primo Caporale d’Onore era in trecciola di castoro rossa, per i Caporali d’Onore in cuoio nero lucido, per gli ufficiali generali in trecciola dorata e per tutti gli altri gradi, consoli f.g.s. compresi, in cuoio nero lucido.
    Con la successiva circolare n. 2732 del 3 giugno 1938 venne disposto che il sottogola per i Caporali d’Onore fosse un doppio cordoncino d’oro, del diametro di mm. 4 e con passanti a nodo scorrevole, per i luogotenenti generali in trecciola dorata a doppio ordine e per i consoli f.g.s. in doppio cordoncino d’oro come per i Caporali d’Onore.

Anche ai sottufficiali fu consentito il berretto bianco per l’uniforme estiva con una fascia di castorino nero sulla quale era posto il gallone di grado.

Sempre nel 1938, con la circolare n.4330 del Comando Generale del 31 agosto 1938, che premetteva che il fez continuava sempre a rappresentare il copricapo originale della Milizia, venne istituto il berretto di diagonalino grigioverde.
Il nuovo copricapo andava indossato con l’uniforme ordinaria invernale e con l’uniforme di marcia (ma non sotto le armi) mentre il fez colbacco (che con la circolare n° 101/1940 comincerà ad essere definito come berretto da parata) doveva essere indossato da tutti gli ufficiali con la grande uniforme (esclusa quella estiva).
Le caratteristiche del nuovo berretto erano le seguenti:

  • Cupola di diagonalino g.v. con cordonatura alla circonferenza del piatto dello spessore di mm.3;
  • La cordonatura era in seta rossa con contorno in oro per il Primo Caporale d’Onore, in seta nera con contorno in oro per i Caporali d’Onore, in oro per gli ufficiali generali ed i consoli fgs., ed in castoro nero per tutti gli altri ufficiali.
  • Fascia di castorino nero;
  • Visiera in cuoio nero lucido;
  • Sottogola: in trecciola di seta rossa a doppio ordine per il Primo Caporale d’Onore, in trecciola di seta nera a doppio ordine per i Caporali d’Onore, in trecciola dorata a doppio ordine per i luogotenenti generali, in trecciola dorata ad un solo ordine per i consoli generali ed in cuoio nero lucido per tutti gli altri ufficiali.
  • Distintivi di grado: cordonatura ricamata in seta rossa con contorno in oro dell’altezza di mm. 4 applicata alle estremità superiore ed inferiore della fascia per il Primo Caporale d’Onore, in seta nera con contorno in oro per i Caporali d’Onore ed in oro per gli ufficiali generali ed i consoli f.g.s..
    Gli ufficiali superiori ed inferiori portavano sulla fascia di castorino nero i galloni di grado in oro.
    Relativamente alla fascia di castorino nero, per completezza di analisi, è doveroso precisare che per alcuni mesi gli ufficiali generali della M.V.S.N. portarono sul berretto g.v. una fascia di seta nera con ricamo della ”greca littoria” mod.1938, quella analoga alla greca degli ufficiali generali della Regia Aeronautica con la sola differenza dei fascetti al posto delle campanelle.
    Con la circolare n. 4330 del 1938 vennero introdotte anche alcune modifiche alle caratteristiche del fez.
    In particolare la cupola doveva essere in velluto nero a forma di colbacco con applicato, al centro, il fiocco lineare di cm. 12 che scendeva sul lato destro. La fascia, sempre in velluto nero e dell’altezza di cm. 11, terminava verso l’alto con una bordatura di seta nera opaca e cordonata dell’altezza di cm. 1. Il cordone viceversa rimaneva invariato nella foggia, nelle dimensioni e nell’applicazione.

Nell’ottobre del 1938 venne adottato il berretto g.v. con visiera anche per tutti i sottufficiali, esclusi quelli appartenenti alla Milizia Forestale ed a quella Confinaria che continuarono ad indossare il cappello alpino.
Il berretto aveva la fascia di castorino grigioverde con filettatura di castoro nero alle due estremità, la visiera ed il soggolo di cuoio nero lucido. Il fregio era eguale a quello degli ufficiali ma ricamato in argento su panno nero. Con la grande uniforme anche i sottufficiali continuarono ad indossare il fez rigido, la cui falda laterale era alta 8,5 cm. con bordo di seta nera di mm.11 e fiocco di seta nera della lunghezza di cm. 12.

Il 21 gennaio 1940, con la circolare n°101, il Comando Generale della Milizia, nell’attesa di una nuova edizione del Regolamento sull’Uniforme, dispose alcune aggiunte e varianti anche relativamente al berretto da ufficiale della M.V.S.N. oggetto del nostro studio.
Difatti con la suddetta circolare fu disposto che il berretto grigio verde fosse senza filettatura attorno al tondino, con visiera e soggolo in cuoio nero lucido.
I distintivi di grado, ricamati in oro su panno grigio verde, erano rappresentati da una greca littoria, alta mm.30, sormontata da un galloncino dorato per i consoli generali, da due galloncini per i luogotenenti generali e da tre galloncini per i Comandanti Generali.
Allegate alla circolare vi erano inoltre tre tavole ove erano indicate foggia e dimensioni dei berretti, dei distintivi di grado e del fregio.
Per il berretto bianco veniva disposto che la foggia e le dimensioni fossero identiche a quello g.v. ma di tela bianca.
I distintivi di grado dovevano essere ricamati in oro su panno nero ed il fregio su panno rosso.
Il berretto nero, da usare con l’uniforme nera da visita e l’uniforme nera da cerimonia, doveva essere di foggia e di dimensioni identiche a quello g.v. ma di panno nero. I distintivi di gradi ricamato in oro su panno nero ed il fregio su panno rosso.
Venivano confermati, senza alcuna modifica, i copricapo tipo cappello alpino, berretto da parata o fez ed il berretto da campo.
Per tutti gli altri ufficiali il berretto (bianco, grigio verde e nero) era di foggia e dimensioni uguali a quelli degli ufficiali generali, senza filettature attorno al tondino e con i rispettivi distintivi di grado su panno grigio verde o nero.
Con la circolare n. 103 dell’11 giugno 1940, venne istituita l’uniforme di guerra e come copricapo vennero prescritti solo il berretto da campo o bustina, con fregi e distintivi di grado ricamati in raion, e l’elmetto grigio verde con il fregio verniciato in nero.
Nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, venne emanato dal Comando Generale “L’Istruzione sull’uniforme della M.V.S.N”.
Al Capo 1, relativo alla uniforme degli ufficiali, vennero confermati:

  • il berretto g.v., da portarsi con l’uniforme ordinaria g.v., con l’uniforme da marcia e con la grande uniforme per il tempo di guerra. Il berretto g.v. doveva avere i distintivi di grado in gallone dorato su fondo grigio verde ed i fregi ricamati in oro;
  • il cappello alpino (uniforme da guerra e da marcia per la Milizia Confinaria e Forestale per le Specialità o Milizie Speciali che ne erano provviste): il cappello alpino doveva avere il fregio ed i distintivi di grado (ad angolo) ricamati in oro o in raion giallo per l’uniforme da guerra e la nappina di metallo dorato o brunito per l’uniforme da guerra per la Milizia Forestale e Confinaria;
  • elmetto (uniforme da guerra): l’elmetto era metallico g.v. con il fregio verniciato in nero. L’elmetto era nero nei servizi armati con truppa in grande uniforme per il tempo di guerra;
  • berretto da campo (uniforme da guerra e da marcia): il berretto da campo era di panno o tela g.v. foggiato a busta con fregio e distintivi di grado di dimensioni ridotte e ricamati in raion giallo.

Per i sottufficiali:

  • berretto rigido g.v. (uniforme ordinaria) era di castorino g.v. con fregio ricamato in argento su panno g.v.;
  • cappello Alpino (uniforme ordinaria ed uniforme da guerra e da marcia per gli appartenenti alla Milizia Confinaria e Forestale): era di castorino g.v. con fregio ricamato in argento o in raion bianco per l’uniforme da guerra su panno g.v. senza nappina né penna salvo la Milizia Forestale e Confinaria che portavano la sola nappina in metallo argentato o metallo brunito per l’uniforme da guerra;
  • elmetto (uniforme da guerra): metallico g.v. con il fregio verniciato in nero. L’elmetto era nero nei servizi armati con truppa in grande uniforme per il tempo di guerra;
  • berretto da campo (uniforme da guerra e da marcia): della foggia indicata per gli ufficiali, di panno o tela g.v. con fregio e distintivi di grado di dimensioni ridotte ricamati in raion bianco.

Per i graduati e le camicie nere:

  • berretto a fez rigido(uniforme ordinaria g.v. ed uniforme da marcia): cupola in feltro nero foggiato a colbacco con al centro un fiocco di seta nera. Fascia di feltro nero con bordo di seta nera cordonata, fregio in metallo bianco e nessun distintivo di grado;
  • berretto a fez (uniforme ordinaria ed uniforme da guerra e da marcia per i soli appartenenti ai battaglioni d’assalto): di foggia uguale a quella dei bersaglieri, in feltro nero con fiocco nero;
  • cappello Alpino (uniforme ordinaria g.v. ed uniforme da guerra e da marcia per gli appartenenti la Milizia Forestale e Confinaria): simile a quello dei sottufficiali ma di feltro per truppa, senza nappina e senza penna salvo la Milizia Forestale e Confinaria che portavano la sola nappina di vario colore secondo la Milizia speciale o la legione;
  • berretto rigido di panno g.v.(uniforme ordinaria g.v. ed uniforme da guerra e da marcia per le Milizie Ferroviaria, Portuaria, Stradale, Postelegrafica, Artiglieria Marittima, Artiglieria Contraerei): simile a quello dei sottufficiali senza distintivi di grado e con fregio di metallo bianco;
  • elmetto (uniforme da guerra): metallico g.v. con fregio verniciato in nero. L’elmetto era nero nei servizi armati in grande uniforme per il tempo di guerra.

Per gli appartenenti ai reparti da sbarco della Milizia Artiglieria Marittima era prescritto il berretto a basco grigio verde con fregio della specialità ricamato in nero da portarsi con l’uniforme da marcia.

Nella premessa dell’Istruzione del 1941 venne precisato che la stessa sarebbe stata sostituita, al termine della guerra, da un più ampio regolamento.

Difatti, nonostante le 74 pagine di testo e le 22 tavole di illustrazioni, non vi erano comprese tutte le uniformi del tempo di pace, temporaneamente sospese, quali le uniformi nere ed estive nonché la grande uniforme del tempo di pace; non vi erano altresì comprese le uniformi della Milizia Coloniale e dei Moschettieri del Duce.

In questo Regolamento del tempo di guerra, ad eccezione dei berretti a fez prescritti per i graduati e le camicie nere e sebbene sia illustrato nella tavola 11 relativa ai copricapo, non trova più posto il caratteristico ed elegante fez degli ufficiali, dal 1940 relegato a livello di berretto da parata e naturalmente sospeso in tempo di guerra. Come noto, il nuovo Regolamento, causa il precipitare degli eventi bellici e politici, non vide mai la luce ed oggi quell’elegante copricapo, per lunghi anni “temuto e nascosto”, è divenuto uno dei pezzi più ambiti e ricercati da parte dei cultori ed appassionati della militaria italiana.

L’autore ringrazia gli amici Francesco Bonsignore, Duccio Baldassini, Rudy D’Angelo, Claudio Gays, Aldo Lissandrini, Giovanni Niccolo Re e Paolo Virgili per la consueta e qualificata collaborazione.

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